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Regionalizzazione, Di Meglio: brutale demolizione dell’istruzione nazionale
mercoledì 9 gennaio 2019
Dichiarazioni di Rino Di Meglio sul disegno di legge della Regione Veneto al vaglio del Parlamento
“Un grave attentato al sistema di istruzione nazionale”: così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, bolla il disegno di legge di attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione che prevede tutto il settore scolastico tra le materie da devolvere alla Regione Veneto.
“Esprimiamo forte dissenso nei confronti di questa norma perché, così come è stata concepita, comporta una brutale demolizione del sistema nazionale di istruzione. Basta leggere l’articolo 6 del disegno di legge nei punti in cui stabilisce la regionalizzazione dei fondi statali per il sostegno del diritto allo studio e la regionalizzazione del personale della scuola, compreso quello dell’Ufficio scolastico regionale e delle sue articolazioni a livello provinciale”.
“L’istruzione è un bene comune che, in quanto tale, appartiene a tutte le cittadine e a tutti i cittadini: è sbagliato, dunque, - ammonisce Di Meglio - considerarla e trattarla come se fosse territorio esclusivo di una parte politica. Occorre, invece, muoversi con cautela e aprire un ampio dialogo in cui siano coinvolti tutti i partiti presenti in Parlamento. Raccomandiamo, dunque, di evitare pericolose fughe in avanti che rischiano di creare soltanto danni”.
“In un’epoca politica in cui lo studio della Storia perde sempre più peso - conclude il coordinatore nazionale della Gilda - è importante ricordare che la cultura italiana è nata ben prima della formazione dello Stato nazionale e che, quindi, rappresenta un patrimonio da tutelare nella sua unitarietà”.
Roma, 9 gennaio 2019
Ufficio stampa Gilda Insegnanti
Decreto 126 e legge di stabilità, ministro e Governo si facciano garanti del rispetto delle intese
mercoledì 27 novembre 2019
Comunicato unitario dei sindacati sul dibattito parlamentare in corso.
Spetta al Governo, e in particolare al ministro Fioramonti, attivarsi perché il decreto legge 126/2019, cui è affidata l’applicazione di un’intesa, mantenga piena coerenza con i suoi contenuti, senza essere stravolto da emendamenti che vanno in direzione diversa o addirittura contraria, vanificando gli obiettivi per i quali le misure sono state pensate e inserite nel provvedimento. Non è in discussione, ovviamente, la sovranità del Parlamento, ma la credibilità di un governo e di una maggioranza come interlocutori ai tavoli di confronto con le parti sociali. Quando da quei tavoli scaturisce un’intesa, ministro e governo hanno la responsabilità di farsene carico assicurandole il massimo sostegno in sede legislativa.
È inammissibile che i sindacati, nella più totale assenza di necessari momenti di verifica e di confronto, debbano apprendere dalla lettura degli atti parlamentari del moltiplicarsi di proposte emendative, talvolta avanzate da esponenti di maggioranza, chiaramente in conflitto con le finalità originarie del decreto e con le intese cui dev’essere data attuazione.
Ci sono lacune da colmare e punti importanti su cui non sono ammissibili cedimenti: dalla questione dei facenti funzione di DSGA, alla tutela della continuità didattica per i docenti diplomati, alle misure straordinarie per la stabilizzazione di tutti gli insegnanti precari, compresi i docenti IRC. Addirittura ci sono proposte che invadono pesantemente la sfera delle prerogative contrattuali in materia di mobilità del personale.
Così non va, il ministro convochi immediatamente i sindacati non solo per fare il punto su una situazione davvero preoccupante, ma soprattutto per dire se e come intende farsi garante del pieno rispetto delle intese da parte del Governo che le ha sottoscritte e della maggioranza che dovrebbe sostenerlo. Ne va della loro credibilità. Vale per le questioni affidate al decreto legge 126/2019 in via di conversione, vale anche per i temi che l’intesa del 1° ottobre demanda a provvedimenti collegati alla legge di bilancio, a partire dalla definizione a regime di un nuovo sistema di abilitazione all´insegnamento: l’accordo era di avviare immediatamente tavoli tematici per la loro predisposizione, tale impegno è stato finora totalmente disatteso.
Roma, 27 novembre 2019
FLC CGIL | CISL Scuola | UIL Scuola Rua | SNALS Confsal | GILDA Unams |
Francesco Sinopoli | Maddalena Gissi | Giuseppe Turi | Elvira Serafini | Rino Di Meglio |
Anno nuovo, vita nuova: cominciamo a dire no
giovedì 27 dicembre 2018
On line il numero di gennaio 2019 di Professione Docente
C’ è un legame che unisce molti degli articoli di questo numero, un legame che prendiamo a titolo del tutto: l’ importanza del dire no. Ci piace inaugurare un nuovo anno proprio con questa riflessione, che è un invito, deciso e convinto a noi stessi e a tutti. E’ dunque possibile dire di no, per il dovere di assumerci responsabilità, di additare scelte insufficienti e di contrastare ingiustizie.
Dice no Rino Di Meglio, ne” Il Punto”, Passi avanti, ma non bastano, pur riconoscendo che alcune decisioni politiche del Governo, come la probabile eliminazione della chiamata diretta e di altri Istituti della Legge 107/2015, sono importanti e rappresentano una soddisfazione per chi, come la Gilda, ha combattuto strenuamente, a volte isolata contro questa Legge. Sono risultati tangibili, come è stato scritto nel Documento presentato all’ Audizione della Camera, Spiragli, ma non sono ancora sufficienti. Mancano i contratti dignitosi per gli insegnanti, l’attenzione alla valorizzazione della scuola e la garanzia del prestigio dei docenti.
Un no che Gianluigi Dotti dimostra con evidenza nel dettagliare tutti gli elementi della Legge di Bilancio 2019, da cui si deduce la realtà dei fatti, oltre le parole di cui i politici di ogni parte fanno (e hanno fatto) ampio (ab)uso: l’ assenza di investimenti significativi per la Scuola.
Con grande autorevolezza e riprovazione dice no all’abolizione della traccia di Storia dalla prova di Maturità, Adriano Prosperi, professore emerito di Storia moderna presso la Scuola Normale di Pisa che ha riservato a Professione docente un bel saggio sulla sua importanza, “Storia, magistra vitae, che ricerca la libertà di fatto”.
No che è ribadito dalla senatrice Liliana Segre, intervistata da Ester Trevisan, sullo stesso argomento, L’assenza di Storia è oblio, anticamera della barbarie.
Ha detto no, pagandone i costi, anche Giuseppe Falsone, un docente protagonista di un caso gravemente paradossale: vittima di un’aggressione da parte di un genitore, è stato oggetto di un provvedimento disciplinare. Intervistato da Michela Gallina, in un servizio di Ester Trevisan, La Scuola: istituzione debole contro i docenti, Falsone racconta il suo sforzo di uscire da un tunnel e la determinazione scaturita dal riconoscere a se stesso la funzione di essere di esempio ai suoi alunni. Di andare avanti anche se l’istituzione scuola non l’ aveva appoggiato.
Dice Preferirei di no anche Fabrizio Tonello che invita a dire no al conformismo, alla passività, all’accettazione del disumano. A resistere contro chi viola la Costituzione tutti i giorni e se ne vanta.
Oltre a questi articoli, si possono leggere diverse analisi critiche: sui vari concorsi previsti, quelli riservati e quelli futuri, le cui caratteristiche sono approfondite da Antonio Antonazzo, Concorsi riparatori vs concorsi zombi; sulla funzione dei dirigenti scolastici e sulla necessità di un’ alleanza tra insegnanti e dirigenti , stipulata in nome delle ragioni della formazione delle nuove generazioni, Adolfo Scotto di Luzio, I dirigenti scolastici; sul dovere di recuperare l’ osservazione diretta del mondo, espulsa per definizione dalla didattica digitale, Roberto Casati, Osservare il mondo, per non perderlo; sulla tipologia della formazione in servizio per i docenti, che rischia di assumere forma impositiva, Formazione e non catechizzazione, Alberto Dainese.
Inoltre, l’ ultima parte del viaggio nel mondo del web, con i suoi pericoli per i giovani, con le indicazioni per gli adulti, genitori e insegnanti, a cura di Michela Gallina; l’ informazione approfondita sulla nuova vitalità della Homeschooling in tutto il mondo, Marco Morini; il resoconto di un convegno contro la violenza di genere, tenutosi al Senato, Massimo Quintiliani; la nuova puntata della Storia della scuola, dedicata al 1933, il passato dimenticato, Piero Morpurgo; le recensioni di due testi, l’uno, un saggio, “La responsabilità civile e penale degli insegnanti”, di Rino Di Meglio e Alfredo Vitali, Quali le responsabilità dei docenti nello svolgimento della loro professione?, Gianluigi Dotti; l’altro, un romanzo che parla di scuola “La Radice quadrata della vita”, di Lorella Carimali, Paola Tongiorgi, Una matematica che allena il pensiero e lancia sfide alte ai giovani.
Auguriamo ai nostri lettori di affrontare il 2019 senza troppe illusioni ma con la giusta carica , con la forza di dire no quando serve, con la lucidità di fare sempre la scelta giusta.
Renza Bertuzzi
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Mobilità scuola: sottoscritto il CCNI
mercoledì 2 gennaio 2019
Inizia ora il previsto iter di verifica e autorizzazione
È stata siglata il 31 dicembre 2018, l´Ipotesi di Contratto integrativo di mobilità per il triennio 2019/2022 riguardante il personale docente, educativo e ATA della scuola.
Come già riferito, la Gilda ha rifiutato di firmare il contratto sulla mobilità per 4 anni di seguito, perché conteneva le disposizioni di attuazione del sistema degli ambiti e della chiamata diretta previsti dalla legge 107/2015. Quest´anno, invece, ha dato l´ok all´accordo perchè il governo ha deciso di cancellare gli ambiti e la chiamata diretta ripristinando il diritto alla titolarità della sede per tutti i docenti.
Riportiamo le novità dell´ipotesi di CCNI, che inizia ora il previsto iter di verifica e autorizzazione.
15 preferenze su scuole, comuni, distretti e province
I docenti che presenteranno la domanda di trasferimento o di passaggio (di cattedra o di ruolo) potranno esprimere 15 preferenze analitiche e/o sintetiche indicando le scuole e/o i comuni e/o i distretti e/o le province. E coloro che otterranno il trasferimento o il passaggio acquisiranno la titolarità sulla sede di destinazione. Il nuovo contratto prevede la disapplicazione degli ambiti e la chiamata diretta al fine di conformarsi preventivamente alle disposizioni in tal senso previste dal disegno di legge di bilancio attualmente all´esame del Senato.
Continuità e punteggi anche per le assegnazioni ai plessi
Accogliendo una proposta avanzata dalla Gilda, nell´ipotesi di contratto sulla mobilità è stata inserita una clausola che vieta ai dirigenti scolastici di trasferire "a piacere" i docenti da un comune all´altro. Le nuove disposizioni prevedono, infatti, che i presidi, per assegnare i docenti ai plessi e alle sezioni staccate ubicate in altri comuni, debbano, necessariamente, garantire agli alunni la continuità didattica e il principio del maggiore punteggio dei docenti scorrendo la graduatoria di istituto. Il vincolo poggia sulla necessità di evitare che gli alunni cambino insegnante frequentemente e, al tempo stesso, garantisce il rispetto del principio del merito prevedendo che, in caso di riduzione del numero delle classi, il docente da trasferire ad altro comune debba essere individuato nell´insegnante con meno titoli.
Licei musicali
Il nuovo accordo prevede anche una disciplina transitoria che garantisce la continuità didattica nelle discipline di indirizzo dei licei musicali. Alla mobilità professionale (passaggi di cattedra e di ruolo) verso queste particolari tipologie di scuole sarà destinato il 50% delle disponibilità. Il restante 50% andrà alle immissioni in ruolo. Le domande saranno presentate in formato cartaceo. Gli uffici compileranno una graduatoria con gli aventi titolo, graduati secondo il servizio specifico prestato nei licei musicali. Fermo restando il diritto di graduatoria, se tra gli aventi titolo risulteranno docenti nei confronti dei quali potrà essere disposta la conferma nel liceo di attuale servizio, gli aventi diritto saranno confermati con priorità. Dopo di che saranno effettuati i trasferimenti. Sulle sedi residue saranno effettuati gli ulteriori passaggi degli aventi titolo (che non avranno ottenuto la conferma) presenti in graduatoria fino alla concorrenza del 50% dei posti accantonati per la mobilità professionale. Se rimarranno altri posti, saranno assegnati in sede di mobilità interprovinciale.
Blocco triennale solo se il trasferimento è su scuola o distretto subcomunale
Il blocco triennale sulla sede di destinazione in caso di accoglimento della domanda di trasferimento o passaggio opererà solo nel caso in cui il docente dovesse ottenere un´istituzione scolastica per effetto della soddisfazione di una preferenza puntuale su scuola o, nelle città metropolitane, di una preferenza relativa a distretto sub-comunale.
Aliquote
Per quanto riguarda le aliquote è stato pattuito quanto segue.
Fermo restando il 50% di disponibilità riservato alle immissioni in ruolo, il restante 50% sarà così ripartito, anno per anno, nel prossimo triennio:
- 2019-20: 40 % ai trasferimenti interprovinciali e 10% ai passaggi
- 2020-21: 30% ai trasferimenti interprovinciali e 20% ai passaggi;
- 2021/22: 25% ai trasferimenti interprovinciali e 25% ai passaggi.
Durata del contratto
Il contratto avrà validità triennale, ma le parti hanno convenuto che le trattative potranno essere riaperte qualora dovessero intervenire innovazione legislative che dovessero rendere necessarie eventuali modifiche delle disposizioni contenute nell´accordo.
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