Come rappresentante di un’associazione di docenti, la Gilda, ma prima di tutto come insegnante, non ho potuto esimermi dal seguire le vicende che hanno coinvolto il prof. Falsone, a cui va tutta la mia solidarietà. 

Prendo atto con sollievo dell’archiviazione del procedimento disciplinare a suo carico non senza considerare, con malcelata indignazione, che se non ci fosse stato il clamore sollevato dal servizio delle Iene, probabilmente il professore sarebbe stato l’unico a pagare il prezzo di quanto avvenuto. Prima di chiedere spiegazioni a lui, vittima del reato, ci sarebbe da chiedersi come mai l’amministrazione non abbia attuato delle azioni ovvie per tutelarne prima di tutto l’incolumità. Perché, pur sapendo che i familiari si sarebbero presentati a scuola, in quanto il giorno prima lo avevano annunciato, la dirigente non ha allertato preventivamente le forze dell’ordine per evitare l’ingresso di persone non autorizzate e malintenzionate nella scuola?

Non lo ha fatto nemmeno tempestivamente nel momento in cui la famiglia ha fatto irruzione nell'edificio, lasciando che seminasse il panico e rendendo quindi di fatto possibile l’aggressione.

I Dirigenti dovrebbero innanzitutto essere in grado di garantire l’incolumità e la sicurezza dei loro dipendenti all’interno dell’edificio scolastico, in base all’art. 2087 del Codice Civile, e, dei loro alunni in base all’art. 2048 del Codice Civile.

Di fatto la preside lo ha difeso chiedendogli di nascondersi, ma perché mai un insegnante avrebbe dovuto nascondersi, essendo lui un pubblico ufficiale nell’esercizio della sua funzione all’interno del suo luogo di lavoro?

Va ricordato che il professore aveva semplicemente fatto rispettare una regola stabilita dalla scuola e quindi sicuramente supportata da una motivazione; c’era invece un motivo per cui l’alunno in questione non fosse tenuto a seguire il regolamento?

Tra l’altro il mancato rispetto delle norme, all'interno di un ambiente frequentato da molte persone, prevalentemente minori, può comportare delle situazioni di pericolo e chiamare in causa la responsabilità civile dei docenti.

La Preside ha archiviato il procedimento disciplinare, questo implica che da parte del docente non c’era stata alcuna violazione di norma, ma allora era proprio necessario procedere con questa formalità? In tal modo il professore si è sentito doppiamente umiliato prima dalla famiglia e poi dal suo superiore che, oltre a non proteggerlo, gli ha anche chiesto di giustificarsi. Quando la burocrazia soverchia le più elementari regole di umanità e buon senso, sarebbe il caso di avviare qualche riflessione politica seria, anche rispetto alla necessità di intrappolare i dirigenti all’interno di questi labirinti di formalità.

Mi sono chiesta quale livello di stress possa aver sopportato l'insegnante ed è encomiabile il coraggio che ha trovato di denunciare i fatti creando le premesse per un'importante riflessione sul rapporto fra docenti e genitori nelle nostre scuole. Spero che la resilienza dimostrata da Falsone possa essere un esempio per molti e lo ringrazio a nome di tutti gli insegnanti per di aver accettato di esporsi in prima persona, credo veramente abbia fatto un grande regalo a tutta la categoria. Sono infatti sempre più frequenti, senza voler generalizzare, le richieste di aiuto da parte di insegnanti aggrediti verbalmente e calunniati dalle famiglie. Ci sono genitori che supportano il lavoro dei docenti ed altri che interferiscono nelle questioni educative e didattiche non riconoscendone il ruolo e l’autorità che rappresenta.

Alcuni di questi insegnanti vessati vivono le aggressioni con senso di mortificazione ed umiliazione in solitudine ed isolamento e dovrebbero essere prima di tutto tutelati dal loro datore di lavoro perchè purtroppo sono pochi a trovare la forza di reagire e farsi assistere da un legale o da un sindacato. Approfitto per ricordare che i docenti, in quanto pubblici ufficiali, hanno il dovere di denunciare aggressioni e minacce subite nello svolgimento della loro funzione.

Le cause di questa deriva nei rapporti genitori-insegnanti sono sicuramente molte e complesse e a farne le spese prima di tutto gli alunni. Nella mia esperienza trentennale nella scuola credo di poter individuare una parte di responsabilità nella legge sull'autonomia scolastica che disegna una scuola-azienda e persegue la finalità di soddisfare le esigenze dell'utenza perdendo di vista il suo essere prima di tutto un'istituzione educativa dello Stato. Il “genitore-cliente” vuole che il figlio a scuola si diverta, trascurando il valore educativo del sacrificio che lo studio inevitabilmente comporta e pretende il successo formativo a tutti i costi (anzi, possibilmente senza costi), dimenticando che la scuola deve offrire a tutti “pari” opportunità ma la pretesa invece di garantire “pari” risultati sarebbe quanto mai illusoria e specchio di un falso buonismo.

Molto più utili e sani risulterebbero sia l’esercizio di riconoscimento ed accettazione dei propri limiti e delle proprie risorse, utili ad una vera consapevolezza personale, sia l’esercizio al rispetto dei limiti imposti dalle regole di convivenza, inevitabili e necessari nel confronto con la realtà sociale.

Sempre più spesso invece il normale insuccesso è vissuto dai genitori narcisisticamente come un fallimento personale e quindi rifiutato e proiettato con reazioni di rabbia ed aggressività nei confronti degli insegnanti. In questo modo si dimentica che genitori ed insegnanti sono impegnati nello stesso progetto educativo ed hanno a cuore la crescita morale ed intellettuale dei futuri cittadini. Sminuire l’autorità di un educatore non porta niente di buono ai ragazzi che un po’ alla volta perdono degli importanti punti di riferimento. A questo si unisce purtroppo una serie di politiche economiche-salariali che, proletarizzando la classe docente, ne fa perdere prestigio a livello sociale e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. In clima elettorale, mi auguro che la prossima legislatura si faccia carico sinceramente e non solo a proclami, dei problemi della scuola.

 

Treviso 28.02.18

 

Michela Gallina

Coordinatrice prov.

Gilda degli Insegnanti TV

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