Due anni fa un’insegnante trevigiana, precaria della scuola, è stata depennata dalle GAE provinciali e dalle Graduatorie d’Istituto per il compimento di 67 anni d’età.

Questa esclusione avrebbe determinato gravi effetti per l’insegnante perché le avrebbe impedito di maturare il diritto alla pensione minima.

Veniva quindi assistita dalla Gilda degli Insegnanti di Treviso e dalla Coordinatrice provinciale Michela Gallina, nella richiesta di poter continuare ad insegnare fino a 70 anni, così come la legge concede ai dipendenti, anche insegnanti, a tempo indeterminato. Veniva dunque contestata al MIUR la violazione della clausola 4 dell’Accordo Quadro Europeo sul lavoro a tempo determinato, allegato alla Direttiva Europea 1999/70/CEE, che tutela il diritto dei lavoratori a tempo determinato a non essere discriminati.

Il Miur non accettava tale richiesta costringendo l’insegnante a rivolgersi al Tribunale del Lavoro di Treviso che rigettava il suo ricorso e poi alla Corte d’Appello di Venezia che, invece, nei giorni scorsi, rovesciava la sentenza di primo grado e accertava il diritto all’inserimento in GAE e nelle Graduatorie d’Istituto, obbligando il MIUR ad adeguarsi su richiesta del legale della Perugini, Avvocato Innocenzo D’Angelo.

Così ora l’insegnante alla fine di un sofferto iter processuale potrà rientrare a scuola per insegnare, ottenendo supplenze fino alla fine di quest’anno scolastico e un incarico annuale l’anno prossimo fino al  raggiungimento d i 20 anni di contributi.

Con la sua pronuncia la Corte d’Appello di Venezia ha quindi stabilito il principio che:

“anche un lavoratore con contratti a tempo determinato ha diritto a lavorare oltre i 67 anni di età e fino ai 70 se ciò è necessario per raggiungere il requisito minimo dei 20 anni di contributi previdenziali in analogia a quanto già la legge riconosce ai lavoratori a tempo indeterminato.”

Questo principio ha portata generale e si applica a tutti i lavoratori e non solo a quelli della scuola, si tratta di un importante precedente a livello di Corte d’Appello, finora vi erano solo precedenti di alcuni Tribunali.

La vicenda ha dei risvolti paradossali se consideriamo come la legge Fornero, innalzando i requisiti minimi pensionistici, abbia incontrato la disapprovazione per non parlare di disperazione in gran parte dei lavoratori e al contempo, indipendentemente dalla Fornero e, per contro, chi vorrebbe poter lavorare oltre i limiti di età si trovi a sua volta ostacolato”. Afferma la dr.ssa Michela Gallina, coordinatrice prov. della Gilda degli Insegnanti e continua: “Si renderebbe a questo punto necessaria una seria riflessione sull’opportunità di rendere flessibile l’età pensionabile”.

Treviso, 15 febbraio 2018

La Coordinatrice prov.

dr.ssa Michela Gallina

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