8 ottobre 2021

COMUNICATO STAMPA 

Accuse infondate. Chi risarcisce i danni morali?

Che cosa dire se arrivato alla fine della carriera di insegnamento, a pochi mesi dalla pensione, ti arriva addosso un’accusa insussistente di aver dato un pugno ad uno studente?

E’ quanto accaduto ad un docente delle scuole medie della provincia di Treviso che durante una lezione, ha cercando di bloccare un allievo che lanciava la gomma ad un compagno e a causa di un movimento imprevisto del primo, lo ha accidentalmente colpito al torace.

Professore integerrimo, che ha voluto immediatamente chiarire l’accaduto con i genitori e con il ragazzo, si è visto recapitare una contestazione d’addebiti da parte dell’Ufficio Scolastico Provinciale.

Il procedimento disciplinare, dopo la presentazione della memoria difensiva scritta, è stato archiviato per insussistenza dei fatti, ma il periodo intercorso tra la ricezione della comunicazione amministrativa e la notizia dell’archiviazione ha messo, come si può immaginare, il docente in uno stato d’animo di prostrazione, non solo, gli ha rovinato l’ultimo periodo di servizio prima del pensionamento.

“E’ molto grave e triste che l’esposto di un singolo genitore sia sufficiente ad indurre un dirigente scolastico all’avvio di un procedimento disciplinare, senza una preventiva verifica di plausibilità dell’accusa. Purtroppo si tratta dell’ennesimo caso in cui i familiari degli alunni intervengono pesantemente con accuse gravi ed infamanti non sufficientemente circostanziate e provate. Ad una platea sempre più esigua di genitori rispettosi dei ruoli e collaborativi se ne sta affiancando una consistente di adulti approssimativi ed impulsivi nell’attribuire responsabilità, avvocati difensori dei figli ad oltranza, o semplicemente alla ricerca di un capro espiatorio. Incuranti delle possibili conseguenze professionali, personali e psicologiche delle loro imputazioni, danno ragione e fiducia totale ai figli senza che un minimo di dubbio possa insinuarsi nella loro mente spingendoli a verificare o, quanto meno intervenire, ad esempio su un comportamento (quale lanciare gomme in classe durante la lezione) non del tutto consono al contesto” sottolinea la Coordinatrice provinciale della Gilda degli Insegnanti di Treviso, Michela Gallina.

I costi (professionali, psicologici, emotivi, morali) di tutto questo polverone sollevato senza motivo? Tutti e solo a carico del docente naturalmente.

“Il sindacato è riuscito a supportare e tutelare il docente che fortunatamente ha avuto la prontezza di reagire e di farsi aiutare, ora dovrà decidere se denunciare i genitori per diffamazione/calunnia”.

Michela Gallina

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