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Sindacati: la scuola nazionale è valore della società civile. Città diventino protagoniste
martedì 26 marzo 2019
A Napoli, il Comune decide di sostenere la campagna contro la regionalizzazione e sceglie un ruolo attivo e di partecipazione
La raccolta firme per dire no alla regionalizzazione della scuola entra nelle città e si apre alla società civile. E´ accaduto a Napoli dove, in questo fine settimana, sono state raccolte migliaia di firme, nei banchetti organizzati in tre luoghi simbolo della città.
"Vogliamo esprimere il nostro apprezzamento per il coinvolgimento e l´impegno mostrato dal sindaco De Magistris, dal vicesindaco Panini e dall´assessore alla scuola Palmieri" sottolineano il segretari generali dei sindacati scuola, Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Gilda Unams, Snals Confsal.
Il Comune di Napoli ha deciso di sostenere la raccolta firme in modo non formale, ma sostanziale, inviando una delibera in tutte le scuole e mettendo dei banchetti dell´amministrazione a disposizione dei cittadini nella giornata di oggi.
"Il progetto collegato alla raccolta delle firme non è stato pensato per restare all´interno delle scuole - spiegano i segretari Francesco Sinopoli, Maddalena Gissi, Pino Turi, Rino Di Meglio e Elvira Serafini - ma per coinvolgere l´intero Paese nel dire che la scuola italiana è quella nazionale, di tutti, inclusiva. Il ruolo delle città può essere fondamentale: anche in quelle realtà dove ipotesi di regionalizzazione sono in fase avanzata di progettazione, occorre ribadire che il sistema di istruzione deve restare nazionale. Ciò che ci conforta nella nostra scelta per il sistema nazionale - aggiungono i cinque segretari generali - sono le persone che, giorno dopo giorno, stanno firmando numerose il nostro appello. Cittadini consapevoli delle conseguenze che la frammentazione regionale potrebbe portare al nostro modello di istruzione".
"Il nostro impegno è rivolto a sostenere la qualità del nostro sistema scolastico e a dare stabilità al lavoro - concludono Sinopoli, Gissi, Turi, Di Meglio, Serafini - obiettivi cui si ricollegano le questioni alla base della mobilitazione in atto, che attendono risposte concrete: contratto, precariato, condizioni di lavoro del personale Ata".
Tutti temi che saranno al centro delle prossime iniziative interregionali aperte a Rsu, delegati e dirigenti, il 28 a Venezia per le regioni del Nord e il 29 a Roma per le regioni centrali e le isole, dopo che venerdì scorso si è svolto a Napoli l´incontro che vedeva coinvolte le regioni del Sud.
Roma, 25 marzo 2019
Flc CGIL
Francesco Sinopoli
CISL Scuola
Maddalena Gissi
UIL Scuola Rua
Giuseppe Turi
SNALS Confsal
Elvira Serafini
GILDA Unams
Rino Di Meglio
Stipendi, Ragioneria Stato conferma nostro grido di allarme
martedì 26 marzo 2019
Lo stipendio medio del personale della scuola ha perso oltre 800 euro annui rispetto al 2008, cioè circa 8000 euro negli ultimi 10 anni
"I dati che emergono dal Conto annuale della Ragioneria dello Stato confermano il grido di allarme che abbiamo lanciato già mesi fa e imprimono ulteriore forza alla nostra mobilitazione per il rinnovo del contratto nazionale, scaduto lo scorso dicembre, e per un aumento dignitoso degli stipendi".
Così la Gilda degli Insegnanti commenta il dato evidenziato dal documento contabile secondo cui nel 2017 lo stipendio medio del personale della scuola ha perso oltre 800 euro annui rispetto al 2008, cioè circa 8000 euro negli ultimi 10 anni, collocandosi sul gradino retributivo più basso di tutta la Pubblica Amministrazione.
"Ad aggravare la situazione contribuisce anche il taglio dello scatto di anzianità relativo al 2013. Un blocco - sottolinea la Gilda - che ha effetti su tutti i docenti, perché ha spostato in avanti di un anno la progressione, con danni consistenti e irreversibili su stipendio e previdenza stimabili mediamente in 7000 euro nell´arco della carriera lavorativa".
Per sollecitare il Governo a intervenire, la Gilda ha promosso una petizione online (https://www.change.org/p/giuseppe-conte-stipendi-più-alti-per-gli-insegnanti) e in tutte le scuole d´Italia chiedendo la restituzione dello scatto ‘congelato´ e uno stanziamento adeguato di risorse economiche, così da recuperare il potere d´acquisto delle retribuzioni utilizzando anche i fondi della legge 107/2015.
Roma, 26 marzo 2019
Ufficio stampa Gilda degli Insegnanti
Ampia unità dei sindacati sulle emergenze della scuola. Decisa la mobilitazione
giovedì 7 marzo 2019
No alla regionalizzazione, rinnovo del contratto, lotta alla precarietà, situazione del personale ATA
Unite su obiettivi comuni le organizzazioni sindacali più rappresentative del mondo della scuola, dell’università e della ricerca avviano una fase di iniziative organizzate insieme su temi diversi, individuati come vere emergenze, a partire dalle azioni di contrasto alle ipotesi di regionalizzazione del sistema scolastico. Flc CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola RUA, SNALS Confsal e Gilda Unams ritengono che quella attuale sia una fase straordinaria e cruciale nella quale è indispensabile rilanciare con forza la valenza strategica del sistema di istruzione, rivendicando significativi investimenti per la valorizzazione delle professionalità e la stabilità del lavoro, condizioni necessarie per assicurare al Paese una scuola di qualità. Obiettivi irrinunciabili da perseguire con un’azione incisiva e determinata. Nei prossimi giorni verrà definito un piano dettagliato di iniziative di mobilitazione, puntando a raccogliere il massimo di unità e compattezza della categoria.
Tante e di grande rilievo le questioni sul tappeto. In primo luogo i progetti di regionalizzazione del sistema di istruzione, contro cui nelle scorse settimane sono scesi in campo sindacati e associ azioni, di diversa ispirazione, uniti nel rivendicare la salvaguardia del caratte re unitario e nazionale del sistema scolastico, come risorsa posta a garanzia del pieno esercizio dei diritti di cittadinanza indicati nella Costituzione.
C’è un’emergenza salariale, affermano i segretari generali, che si trascina da tempo; trattamenti economici inadeguati a riconoscere l’importanza e il valore del lavoro nei settori della conoscenza determinano una situazione che vede il nostro Paese in pesante svantaggio rispetto alla media delle retribuzioni europee, come attestato più volte da indagini e ricerche internazionali. Le scelte fatte con la legge di stabilità per il 2019 negano ad oggi la possibilità di compiere, col rinnovo del contratto, un passo significativo in direzione di un riallineamento retributivo alla media europea: smentiti ancora una volta impegni e promesse, che non hanno alcuna credibilità se non trovano riscontro in precise e concrete scelte di investimento.
Continua e si aggrava l’emergenza precariato. Il ricorso ai contratti di lavoro a tempo determinato non si è affatto ridotto negli ultimi anni, nonostante ripetuti interventi legislativi in materia di reclutamento. Occorrono soluzioni che consentano da subito la stabilizzazione dei rapporti precari sia nell’area del personale docente che del personale ATA. Non è in gioco solo il diritto al lavoro di tante persone, è la stessa regolarità del servizio che rischia ogni anno di essere compromessa.
Un’altra emergenza riguarda il personale ATA, costretto a carichi di lavoro crescenti e sempre più gravosi, con organici inadeguati e ricorso abnorme, anche in questo settore, a contratti a termine. Pesano norme che ostacolano o impediscono la sostituzione del personale quando si assenta, si accumulano sugli uffici di segreterie incombenze di ogni genere, spesso senza adeguato supporto in termini di strumentazione.
Basta tergiversare, stabilizzare i precari della scuola
giovedì 7 marzo 2019
12 marzo sit-in unitari in tutta Italia
BASTA TERGIVERSARE
È ORA DI MANTENERE LE PROMESSE E STABILIZZARE I PRECARI DELLA SCUOLA
La GILDA degli Insegnanti chiede al Parlamento e al Governo
- Un piano di assunzioni pluriennale atto a garantire un regolare turn-over con personale qualificato e adeguatamente formato
- Una fase transitoria che consenta ai precari con almeno tre anni di servizio negli ultimi otto di veder valorizzata l´esperienza acquisita sul campo e di poter stabilizzare il loro rapporto di lavoro
- Di garantire l´istituzione di TFA di sostegno in numero adeguato rispetto alla reale distribuzione dei posti disponibili
- Di calmierare il costo economico previsto per il conseguimento della specializzazione sul sostegno in modo da renderlo sostenibile, anche attraverso l´istituzione di un fondo ad hoc o agevolazioni fiscali
PERCHÈ
Il numero di precari che lavorano regolarmente nelle scuole nell´attuale anno scolastico è superiore a 100 mila
Lo scorso anno, a fronte delle quasi 60.000 cattedre disponibili per l´immissione in ruolo, solo la metà sono state effettivamente assegnate con il risultato di avere vacanti più di 32.000 cattedre in organico di diritto
Il numero di pensionamenti previsto, grazie anche all´introduzione della Quota 100, risulta aggirarsi intorno alle 40.000 unità, portando quindi ad una disponibilità di più di 70.000 cattedre per il prossimo anno scolastico
L´età media dei docenti italiani è tra le più alte al mondo al punto che nei prossimi anni si prevede un numero di pensionamenti pari a 150/200 mila unità
Le procedure concorsuali previste in sostituzione del percorso FIT sono quindi assolutamente inadeguate a fronteggiare una situazione che è destinata a diventare esplosiva se non si interviene con un provvedimento mirato.
La distribuzione dei posti disponibili per il TFA di sostegno risulta essere incoerente e del tutto sconnessa rispetto alle reali esigenze territoriali
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