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Concorso riservato ai docenti abilitati: prossimo il bando
giovedì 1 febbraio 2018
Le domande, online, si potranno presentare dalle ore 9 del 20 febbraio alle ore 23,59 del 22 marzo 2018.
Questa mattina alle ore 12.00, presso la DG Personale del MIUR, si sono incontrate la delegazione di parte pubblica e le OOSS rappresentative per discutere l´odg.: Informativa DM 995/17 - Bando concorso abilitati.
L´Amministrazione ha consegnato alle OO.SS. i testi del DM 984 del 14 dicembre 2017, relativo alla procedura concorsuale, e del DM 955 del 15 dicembre 2017, concernente la valutazione dei vincitori del concorso nel terzo anno del percorso FIT. Non ha consegnato la copia del bando perché dovrebbe andare oggi o domani in Gazzetta Ufficiale e solo dopo la pubblicazione sarà inviato alle OO.SS..
Nell´informativa sono state fornite le seguenti indicazioni sul contenuto del bando, che per quanto non precisato segue le norme dei due DM consegnati:
- presentazione domande dei candidati dalle ore 9.00 del giorno 20 febbraio alle ore 23.59 del giorno 22 marzo;
- il costo del contributo per la partecipazione sarà di 5,00 euro;
- potranno partecipare anche i docenti di ruolo;
- per ambiti disciplinari verticali ci sarà una sola prova e graduatorie distinte per ordine di scuola;
- la prova orale avrà una durata massima di 45 minuti;
- la comunicazione della data e del luogo del colloquio sarà data via mail (quella indicata dal candidato nella domanda) oltre al calendario pubblicato sui siti degli UU.SS.RR.;
- i titoli valutabili ai sensi dela tabella del DM 955/2017 saranno inseriti al momento della domanda;
- chi sarà assunto con questa procedura sarà cancellato da tutte le graduatorie, comprese quelle d´istituto;
- i compensi per i membri delle Commissioni esaminatrici saranno gli stessi di quelle dei concorsi del 2016.
In allegato la tabella con i numeri di chi è potenzialmente interessato al concorso (il totale è maggiore dei candidati reali perché alcuni di loro stanno in più graduatorie, vedi sostegno e propria classe di concorso).
Contratto, Gilda: su funzione docente e orario di lavoro non arretreremo
lunedì 29 gennaio 2018
Di Meglio spiega la posizione espressa dall’Assemblea nazionale riunitasi a Roma per discutere del rinnovo contrattuale
“La bozza di articolato prodotta dall’Aran, fatta circolare e neppure ancora discussa, è del tutto inaccettabile. Se il contratto dovesse assomigliare a questa bozza, noi non potremmo assolutamente sottoscriverlo. E deve essere chiaro che non saremmo disponibili a firmarlo neanche se le risorse stanziate per l’aumento stipendiale aumentassero, perché per il nostro sindacato funzione docente e orario di insegnamento sono punti fondamentali di cui chiediamo il pieno rispetto. Se non si scioglieranno questi nodi, non si andrà da nessuna parte”. A dichiararlo è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, che sintetizza così la posizione espressa dall’Assemblea nazionale riunitasi a Roma il 26 e 27 gennaio per discutere del rinnovo del contratto.
“Da molti anni nelle scuole italiane la categoria degli insegnanti è oberata da una mole di lavoro che non le compete e che viene camuffata come funzione docente. In realtà - denuncia Di Meglio - stiamo assistendo all’introduzione di una strisciante forma di lavoro nero che porta gli insegnanti a restare a scuola a disposizione dei dirigenti scolastici molte più ore di quelle dedicate all’insegnamento. Si tratta di tempo in cui i docenti vengono impiegati per svolgere compiti a cui non corrisponde alcun riconoscimento economico o per i quali vengono retribuiti 3 euro l’ora, meno di quanto percepisce una colf. È una situazione indegna che deve finire” ammonisce il coordinatore della Gilda che ricorda quanto sancito da una direttiva europea recepita dall’ordinamento italiano: “È orario di lavoro tutto il tempo che il prestatore d’opera passa a disposizione del datore di lavoro. Si tratta di un concetto molto importante e sarebbe auspicabile che nel contratto questa norma fosse richiamata per far capire che l’insegnante è sì un lavoratore intellettuale, ma che ha anche diritto al suo tempo, cioè al bene più prezioso che ha l’essere umano”.
Sul versante economico, Di Meglio ribadisce che “neppure i già miserabili 85 euro medi pro capite ci sono, perché il ministero dell’Economia ha calcolato su base percentuale (il 3,48%, ndr) le risorse da destinare agli incrementi in busta paga. Poiché la scuola ha gli stipendi più bassi di qualunque altro comparto del pubblico impiego, se gli aumenti vengono assegnati su base percentuale anziché in termini assoluti, i famosi 85 euro scendono a 72 euro medi. Così - commenta amaramente il coordinatore nazionale - si realizza un’ulteriore beffa ai danni degli insegnanti rispetto agli altri pubblici dipendenti, perché la forbice si allarga invece di restringersi”.
La differenza di trattamento non risparmia neanche il personale amministrativo: “Un collaboratore scolastico ha una retribuzione inferiore rispetto al suo omologo in servizio all’università”.
Per sanare questa sperequazione, la Gilda indica una strada precisa: far confluire nelle retribuzioni le risorse stanziate dalla legge 107/2015. “Ciò consentirebbe di pareggiare il conto e anche di ottenere un certo risultato politico. Se queste condizioni si concretizzeranno, si potrà sperare in un esito positivo. Altrimenti - avverte Di Meglio - la strada per il rinnovo del contratto diventerà davvero impervia”.
“Non mi sorprende che il Governo voglia chiudere presto la partita del contratto, in campagna elettorale è costume della politica cercare di catturare il consenso comprandolo con i soldi che ha a disposizione. La politica spera che, in cambio di qualche euro, l’elettore sia più clemente. Ma è risaputo - conclude il coordinatore della Gilda - che la fretta è una cattiva consigliera”.
Roma, 29 gennaio 2018
Ufficio stampa Gilda Insegnanti
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